La Cinema Camera non è certo stata la prima telecamera a registrare in formato RAW ma nessuno prima di lei lo ha fatto partendo da un prezzo di listino così basso. E’ nostra opinione che iIl formato RAW sia la vera novità dei prossimi 2/3 anni, al pari del 4K o di quello che è stato un paio di anni fa l’effetto bokeh delle tanto popolari DSLR. Tuttavia girare in RAW implica disporre di attrezzature adeguate e adottare una serie di procedure a cui ancora molti utenti non risultano avvezzi.
Il RAW della BMCC richiede moltissimo spazio, circa 10GB per ogni minuto di girato per cui è fondamentale munirsi di dispositivi di archiviazione capienti e affidabili, caratteristiche queste che incidono parecchio nel determinare il prezzo dei dischi di storage.
In questo preciso momento storico non si può più contare sul supporto fisico (la scheda CF o SD) come unico elemento di archivizione; nostro malgrado sono passati i tempi in cui su una scheda da 32GB SD si potevano registare 200 minuti di materiale ed essere completamente coperti per l’intera produzione. Ora 200 minuti di registrazione richiedono almeno uno spazio di 2TB, limite fisico per gran parte dei dischi oggi in commercio e valore inarrivabile per le attuali unità allo stato solido (SSD).
Una produzione seria poi richiede inevitabilmente anche una qualche forma di backup poichè nessuno desidera vedere il frutto di tanto duro lavoro andare perso per una caduta accidentale o per il malfunzionamento di un disco. Nell’ultima produzione girata con la BMCC abbiamo accumulato circa 1,3TB di materiale, copiato su due dischi che abbiamo sempre spostato in involucri protetti e sicuri.
Tornando poi alla qualità del materiale girato in RAW in Keyframe siamo dell’idea che ancora molto debba essere fatto in merito alla manipolazione di questo formato e al flusso di lavoro.
Resolve di Davinci è un’eccezionale programma di color correction ma non ci convince il suo pannello di sviluppo RAW, specie se ci troviamo a confrontarlo con il più collaudato CAMERA RAW di Adobe. Esposizione, tinta e bilanciamento bianco sono parametri comodi da modificare ma non sono certo sufficienti. Girare in RAW significa poter disporre di una gamma di informazioni decisamente più vasta (da qui le dimensioni dei file) di quelle memorizzate da un codec qualsiasi e se dobbiamo pagare lo scotto di file così pesanti vogliamo almeno avere in cambio abbondanza di dati e metadati.
Sviluppare l’intero progetto InStore Online Mobile per conto di Marcopolo Expert attraverso il modulo Camera Raw di After Effects ha comportato un inevitabile allungamento dei tempi di post-produzione ma i risultati ottenuti ci fanno credere che non sia stato tempo sprecato.
Tuttavia non sempre si dispone della necessaria quantità di tempo da dedicare al grading e per questo ci auguriamo che Adobe, Apple e BlackMagic possano al più presto svilupppare ambienti di lavoro più produttivi ed efficienti. In Keyframe siamo convinti che il primo di questi che riuscirà a capitalizzare il potenziale del formato RAW nella post-produzione avrà un vantaggio competitivo e commerciale di assoluto rilievo.
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