Trovandoci a scrivere di questa rivoluzionaria telecamera ci siamo accorti che non potevamo limitare le nostre considerazioni a qualche centinaia di parole. Per questo abbiamo deciso di sviscerare tutto quello che abbiamo imparato in cinque articoli, ognuno dedicato a una specifica sezione:
- Il corpo macchina
- La color science
- Audio e menu
- Il fattore di crop
- Il formato RAW
Partiamo con il corpo macchina e a seguire, nei prossimi giorni, l’articolo sulla color science; buona lettura.
L’involucro ha una forma e un’ergonomia molto particolare. Sembra quasi l’interpretazione in chiave Apple di una macchina fotografica digitale e come ogni device della casa di Cupertino è ben costruita e utilizza materiali di pregio ma ha anche un numero insufficiente di tasti per l’utente professionale. Forse il copiare da altri produttori più navigati non sarebbe stata un’idea così malvagia. La macchina nuda pesa circa 1,5Kg – una cifra non indifferente se si pensa che la Sony F5 segna alla bilancia 2,2Kg mentre la C300 di Canon arriva a malapena a 1,45. La cinema camera è molto banalmente un sensore a cui hanno collegato un modulo di registrazione su scheda SSD e un monitor da 5 pollci per il controllo delle impostazioni del menu; perchè di questo si tratta, il pannello touchscreen della BMCC è sì molto comodo per modificare i pochi parametri del menu ma è totalmente inadeguato per giudicare fuoco, esposizione, bilanciamento e rapporti di contrasto. Per intenderci è appena sufficiente per impostare l’inquadratura ma la posizione è spesso scomoda quando la camera non si trova davanti agli occhi dell’operatore.
Completano la dotazione di serie il controllo LANC, l’uscita da 3,5mm per le cuffie, 2 ingressi audio da 1/4 di pollice, un connettore BNC per il segnale HDSDI a 10bit, la presa di alimentazione e una porta thunderbolt, per il traferimento veloce dei dati a PC o il controllo in remoto del segnale video attraverso il software Ultrascope.
La totale mancanza di ergonomia della camera impone l’utilizzo di un rig o di una cage per poter aggiungere al setup gli accessori indispensabili come un viewfinder o un monitor di controllo o,ancora più essenziale, una batteria di supporto. Ebbene sì, la BMCC dispone di una batteria interna ricaricabile ma non sostituibile che garantisce 60/90 minuti di autonomia. Per questo motivo chiunque decida di avere sul set questa camera deve assolutamente pensare a una soluzione alternativa, molto spesso risolta attraverso l’ausilio di una batteria esterna che alimenta e carica la batteria interna. In Keyframe utilizziamo le GM-B100PT – ON-AIR da 6,6 mAh in grado di assicurare almeno 6/7 ore per la semplice autonomia della camera e 3/4 ore quando ad essa affidiamo anche l’alimentazione del monitor e dell’unità esterna di registrazione (es. AJA Ki Pro Mini). Non si tratta certo di una soluzione che strizza l’occhio alla bilancia – vestita la camera arriva a pesare attorno ai 7/8 Kg – ma almeno la trasforma in uno strumento affidabile e versatile in termini di autonomia e opzioni di registrazione.
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